►La Riserva naturale regionale punta ►A incidere sulla valutazione saranno ad allargarsi sul mare: «Sito di interesse» anche le barriere di Sabellaria presenti
IL PROGETTO
Droni sui fondali davanti all’Oasi naturale regionale di Tor Caldara, ad Anzio, per la geolocalizzazione dall’alto del banchi di Sabellaria alveolata.
E’ un animaletto marino che crea piccoli reef lungo le zone costiere mediterranee e che, sulla base della direttiva Habitat della Commissione Europea, può determinare la tutela diquel tratto di costa come Sito di Interesse Comunitario (SIC).
Ieri, con l’arrivo del tecnici rilevatori di una società specializzata piemontese, è stato fatto un altro passo avanti nell’iter, avviato circa due anni .
fa dal Comune di Anzio in seguito ad una proposta del locale circolo di Legambiente e con la consulenza del biologo marino Claudio Brinati.
La riserva dl Tor Caldara, che una legge regionale ha ampliato a 100 ettari il 28 giugno scorso con la tutela dell’attigua zona della Vignarola, può ambire così ad espandersi anche sul mare.
L’OBIETTIVO Un obiettivo importante per la salvaguardia di questo tratto di costa laziale, ricco di biotopi naturali, presenze storico archeologiche, paesaggi unici.
Ieri pomeriggio in tanti hanno osservato dalla spiaggia i tecnici che posizionavano in mare lunghe aste con georilevatori, collegate al drone che doveva effettuare dall’alto la rilevazione dei banchi intorno a Tor Caldara si ipotizza una zona di tutela di circa 30 ettari per poi restituire i dati cartografici, le foto e la perimetrazione individuata.
« La finalità della rilevazione spiega Brinati è di valutare il dimensionamento dei banchi di Sabellaria alveolata per definire una perimetrazione ufficiale da fornire al Comune di Anzio.
Davanti allo sperone roccioso di Tor Caldara esiste una consistente serie di colonie di questi organismi, che creano vaste strutture tubolari, la cui presenza fornisce importanti indicatori ambientali.
Ad esempio in relazione alla correntometria marina».
La presenza della Sabellaria alveolata lungo tutto il litorale di Anzio, e in modo massiccio a Tor Caldara, è nota anche a livello popolare.
Soprattutto agli amanti della pesca sportiva.
Quante volte si è sentito dire «Andiamo a fare i vermi per le esche?» Bene quei “vermi” non sono altro che la Sabellaria alveolata, che utilizza granelli di sabbia per la costruzione del tubo in cui vive e che crea una volta unito in banchi una sorta di roccia porosa e friabile, simile nella forma ai reef prodotti dal coralli.
« La distruzione dei banchi di Sabellaria alveolata .
per estrarne esche da pesca commenta Brinati crea un grave danno ambientale.
Si tratta di organismi da tutelare che consentono la valutazione ambientale del mare e la cui salva.
guardia garantisce anche la biodiversità degli organismi marini».
Se poi si arriverà alla tutela dell’area, si potranno ipotizzare anche futuri interventi di incremento degli ecosistemi costieri davanti a Tor Caldara.
Ad esempio inserendo far il reef e le piccole aree di Poseidonia “nidi” artificiali peri pesci.
Sviluppo importante pure per il settore della pesca, dato che le specie ittiche si spostano normalmente a vasto raggio.
L’esito della geolocalizzazione sarà relazionato al Comune, che ha finanziato il rilievo.
«L’istituzione del SIC nell’area marina di Tor Caldara ha scritto alla Regione il sindaco Anzio.
Candido De Angelis si inquadra nell’ottica della direttiva Habitat UE che promuove il mantenimento della biodiversità, mediante la conservazione, nel territorio europeo.
La presenza di un particolare habitat marino, costituito da scogliere di Sabellaria alveolata, sicuramente fa di quel tratto di costa un’area da proteggere come zona speciale di conservazione».
Antonella Mosca